Plastic is a project that came about one september day. I had set out to take a few shots of an old warehouse in Leghorn where I had been some months before and scouted throughout taking pictures. It was one of the last buildings still part of the old port that had been probably turned in to a shipyard. I went back at the end of the summer but could’nt find it, I felt lost, and then I realized it was there, in front of me, it had been torn down and the diggers were in the process of massing the remains of the detritus.

Sad and disappointed I tried to think where I could go and take the photos I wanted to take with the person I had chosen for the project…what could I do? It was difficult to find somewhere else there and then and it was also beginning to rain. I looked to the north and noticed that the sky had opened up, I could reach Marina di Vecchiano in half an hour and work there. I did not have long to decide but procrastinating would surely help me find a solution.

We arrived at Marina di Vecchiano an hour and a half before sunset, the beach deserted, the sea rough, and menacing clouds overhead. A strong wind picked up and it was about to rain cats and dogs. I remembered having a plastic sheet in my bag that I used to cover my furniture with, when I opened it up I saw that in that thin plastic sheet was an idea. What you see now was its natural evolution…

The idea is to hide the subject, using deceit and an obvious lie that steals it from the rawness of the portrait and watch it come out rudely from the story we have sewed upon him, suddenly, the wind as an accomplice.

Full of his discomfort, his dreaming, and bringing out the part of him that is most unreal, unconscious and hidden.

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Plastic è un progetto nato un giorno di settembre. Dovevo fare degli scatti in un vecchio magazzino di Livorno. C ‘ ero già stato diversi mesi prima e lo avevo perlustrato in lungo ed in largo fotografandolo. Uno dei pochi edifici rimasti e facenti parti del porto vecchio di Livorno ed adibito probabilmente a cantiere navale. Tornato lì alla fine dell’estate non mi riusciva di trovarlo.

Dopo qualche minuto di smarrimento, mi resi conto che l ex cantiere navale era lì di fronte a me. Raso completamente al suolo e le ruspe che stavano ancora ammassando i detriti. Dispiaciuto e sconsolato non sapevo dove potevamo andare a fare gli scatti che desideravo fare insieme alla persona che avevo scelto.. Che fare ? Non potevo trovare su due piedi un altro posto del genere ed aveva cominciato anche a piovere.

Guardai l orizzonte e vidi che più a nord il cielo si era aperto. A conti fatti in mezz ora potevo raggiungere la spiaggia di Marina di Vecchiano e fare i nostri scatti lì. Avevo poco tempo per decidere, ma prendere tempo mi avrebbe di sicuro aiutato a trovare la soluzione su cosa fare. Arrivammo a Marina di Vecchiano in 3 ad un ora e mezzo prima del tramonto. La spiaggia era deserta, il mare molto forte e nuvole minacciose ovunque. Un vento fortissimo si era alzato e la pioggia stava per cadere a scrosci. Mi ricordai che avevo un telo di plastica in borsa che avevo comprato per proteggere i mobili di casa. Quando lo aprii, capii che dentro quel foglio di plastica leggerissima c’era un idea. E questa nel tempo è stata la sua evoluzione…

L’idea è quella di nascondere il soggetto, complice una bugia e l’ inganno palese che lo sottrae al crudo del ritratto. Per vederlo uscire fuori con prepotenza dalla trama che gli abbiamo cucito addosso all’improvviso, complice il vento e la visione della sua stessa interpretazione. Completo del suo disagio, del suo sognare, e portando a galla la sua parte più inconsapevole e nascosta.

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